Firma 'Garajo'

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È difficile ch'io riesca a delineare tutto l'autentico ed effettivo senso delle mie ricerche, forse come riuscirebbe difficile ad ognuno precisare la ragione vera, fondamentale ed ultima, della propria esistenza. Ma affermo il vero dicendo che in me ho sempre avvertito una fortissima spinta verso una totale adesione alla realtà come infinitamente degna di essere vissuta e cantata, d'essere conosciuta e rivelata nella inesauribile varietà dei suoi aspetti, sempre interessanti e incantevoli, salvo dove non siano estranei o inutili o nocivi alla causa umana. E cosi procedo nelle mie indagini, nelle mie ricerche, curando di nutrire la coscienza attraverso le più valide o le più significative scoperte pittoriche, cercando ora di impiegare persino il modo espressivo più distaccato, o astratto, concretamente. Cioè dentro il quadro d'una chiara e inequivoca visione della realtà, questa intesa sempre più o meno oggettivamente.

E senza accademismi, senza pappagallismi - e con una amorevole attenzione allo svolgersi del passionale sentimento guttusiano, ai diversi modi costruttivi di Daumier, lirici di Van Gogh, inventivi o lirico-costruttivi di Braque e Picasso Boccioni Mondrian - da pochi anni cioè sollecitato dal più vivo interesse per i diversi movimenti futurista cubista purista, ho cercato, sto cercando attraverso le mille forme espressive del tempo moderno di sensibilizzarmi ed elasticizzarmi sempre più, rendermi atto il più possibile a cogliere ogni richiamo, ogni eco del mondo che possa contribuire all'avvento d'una vita come bene, come serenità, come gioia. Che è in fondo l'unica vera e degna ragione dell'umana esistenza.

So che il pericolo consiste in possibili slittamenti verso un sentimentalismo o un populismo o su posizioni neo-figurative estetistiche, o più esattamente, forse, pseudo-estetiche, e comunque in discorsi inefficienti, troppo vaghi, infruttuosi sul piano della solidarietà e del progresso umano: ma un tal pericolo mi pare di potere evitare con la vigile coscienza, barricato nella convinzione che la vita essendo fatta di contrari, fondata sulla dialettica dei termini opposti, bisogna includerli entrambi, questi termini, senza smargiassate, senza aggiornati formulari ermetistici illeggibili all'operaio del braccio come all'operaio della mente, senza retoriche accentuazioni e sottolineature, senza conformismi arrivistici e accademizzanti, anche quando si vuole rappresentare un lieto momento, un momento di serenità, come un uomo o una donna che riposino, o dormano, ad esempio, e sono in apparenza del tutto tranquilli, distesi, mentre in realtà intimamente li agita qualcosa, sono minati da un "mal di vivere".

Cosi vedo tremolare e cantare le foglie, odo il sussurro della frutta e dei ricci di mare, nell'alto silenzio della sala da pranzo.

Mia madre, il volto terreo venerabile, sorride dolorante. Dalle persiane entrano sottili strisce di luce meridionale.

Nino Garajo, 1966

Nino Garajo in una foto degli anni '70
Nino Garajo, anni '70