Firma 'Garajo'

Autoritratto giovanile #5

1935, olio su tavola 38x31 cm

Un giorno un giovane, quasi un ragazzo, si mette di fronte ad un rettangolo di specchio affumicato e su un altro rettangolo di compensato - con pochi colori e qualche pennello - decide di farsi il ritratto. Il luogo in cui lavora a quella esaltante proposta è l'androne di un portone, a Bagheria. Familiari ed estranei passano e ripassano davanti a quell'ingresso e naturalmente le luci mutano seguendo l'apri e chiudi del pesante battente di legno. Il vecchio specchio quasi trasforma la fisionomia del giovane, trascolorano le ombre sul viso riflesso.
Dipingere è un'operazione di magia. Lo intuisce l'apprendista stregone, sente che il passaggio dalla realtà alla trasfigurazione sarà il tema dominante di tutta la sua vita.

(Giuseppe Servello, 1978)

Quindici ragazzi in posa

1936, tecnica mista su carta 24x33 cm

Tramonto con cavallo e panni stesi

1936-7, olio su tavola 50x65 cm

...una pittura che Maria Accascina, in occasione di una collettiva del '37, giudicava sul principale quotidiano dell'Isola "ancora acerba... acre nel colore.., ma già con una certa felicità di intuizioni compositive ed una certa preoccupazione di problemi tipicamente moderni e schiettamente pittorici".

Tali previsioni, certo lusinghiere per un artista diciannovenne, erano però largamente superate da alcuni quadri dipinti in quello stesso anno: i panni stesi sulla spiaggia, gettati giù con foga estemporanea tra figure in moto su aride terre ed ocre rinfrescate da squarci di azzurro e di verde...

(Franco Grasso, 1988)

Piccola figura seduta di spalle

1937, acquerello su carta 20x15 cm

Autoritratto giovanile #6

1937, olio su tavola 51x34 cm

... Adesso di Nino Garajo si ricorda l'opera, perché l'uomo è rimasto nella memoria dei singoli. Ci sono i suoi quadri, i passi scanditi nel tempo, una Sicilia vista con l'occhio delle occasioni mancate e di quelle realizzate. Un'isola guardata dentro le pupille e tradotta in simboli, come si fa di una persona fisica. Gli uomini e le cose senza scivolare nell'illustrativo, come accade quando si traduce per via diretta, tagliando i luoghi comuni. Garajo ha aggirato così alcune convenzioni della pittura contemporanea per restare legato ad una matrice. È rimasto fedele allo specchio affumicato del primo tentativo giovanile perché la vocazione della magia gli ha concesso di conservare - per sé e per tutti - l'immagine di una Sicilia da salvare.
A bilancio concluso, si può rendergli giustizia.

(Giuseppe Servello, 1978)

Bambina accovacciata

1939, china su carta 28x22 cm

Il ruscello

1941, olio su tavola 114x96 cm

... Una qualche traccia di tali modi può ritrovarsi nel quadro Il ruscello che si pone al vertice delle ricerche dell'artista bagherese in quel periodo, e che gli frutta nel '41 la qualifica di "prelittore". Le scansioni, le sfaccettature, le sinusoidi che sviluppandosi in diagonale o in verticale scompongono le figure e compenetrano i piani, la fantasiosa fuga degli ombrelloni verso il cielo, sono gli elementi formali di una movimentata ma equilibrata composizione, che si prestano alla distribuzione di vivide zone cromatiche senza nulla togliere alla fresca narratività della scena.

(Franco Grasso, 1988)

"Al giornale! Dignità dimostrante..."

1946, china su carta 33x20 cm

... In effetti, quanto più convincente e coerente è stata la scelta ideologica del giovane intellettuale - a fianco dei lavoratori siciliani nelle dure lotte del dopoguerra - tanto più discontinuo, variabile e irregolare è stato il proiettarsi di tale scelta nell'opera pittorica, restia ad incanalarsi sui binari del populismo e del contenutismo e attivata invece da una acuta sensitività, da una inesauribile inventività, aperta a molteplici suggestioni provenienti da ogni area della moderna cultura figurativa...

(Franco Grasso, 1988)

La scolaresca

1952, olio su tavola 35x30 cm

Contadino nell'androne

1952, olio su tela 120x80 cm

... In molte delle sue opere Garajo raggiunge una straordinaria intensità, una grande dignità, facendoci trovare in alcuni casi addirittura di fronte a dei veri capolavori...

(Paolo Portoghesi, 1988)

Carrettiere di Sicilia

1956, olio su tela 140x95 cm

... ora i problemi pittorici divengono più complessi sommandosi a quelli della resa tipologica, psicologica, ambientale. Le varie versioni del Bracciante o del Carrettiere in riposo nell'interno, in bilico sulla sedia, colpiscono per la verità del gesto e dell'atteggiamento, per la resa di rapidità folgorante dove la mano impiega ogni mezzo per seguire la pregnante realtà: brevi pennellate dense di colore ansiosamente accostate l'una all'altra, come sotto l'impulso di una dettatura espressionista; acquerelli approntati con eccezionale maestria; agili stesure che seguono di un sol tratto le sinuosità e le gualciture dei vestiti.

(Franco Grasso, 1988)

Minatori del sud

1961, olio su tela 100x81 cm

... Nel fondo della Zolfara si scuriscono i corpi ignudi nelle ampie stesure dei bruni emergenti dai gialli del minerale, e si accentuano i contrasti nell'affaticata marcia dei Carusi lungo gli accidentati cunicoli sotterranei...

(Franco Grasso, 1988)

Volti di mafiosi

1963, olio su tela 64x84 cm

... Nel marzo del 1964 partecipa alla mostra "L'arte contro la mafia" organizzata a Palermo dalla Galleria Il Punto, nei saloni delle esposizioni del Banco di Sicilia. Lo scottante argomento gli ispirerà dei dipinti di una violenza espressionistica che ricorda certe maschere grottesche della pittura nord europea. Tuttavia, ancora una volta, Garajo dimostra di dare il meglio nelle scene in cui può dispiegarsi liberamente la sua vena intimistica...

(Virginia Buda, 2005)

Pianto lungo

1963, olio su tela 85x65 cm

... pienamente autonoma e personalissima è, in Pianto lungo, la sua capacità di rendere l'angoscioso sconforto dei parenti della vittima di mafia e quel loro dolore silenzioso e rassegnato, che raggiunge la massima intensità nella testa calva dell'uomo al centro, chino sulle braccia piegate...

(Virginia Buda, 2005)

Il presagio #1

1965, tempera su carta 23x33 cm

Arlecchino

1968, olio su cartone 80x60 cm

Il presagio

1969, tempera su carta 35x48 cm

... ma nel Presagio, c'è in più ciò che una struttura astratta difficilmente può rendere: un'atmosfera sospesa tra la malinconia e l'oblio degli affanni, un vago senso di abbandono o di attesa di eventi che non verranno.

(Franco Grasso, 1988)

Chierichetto

1970, olio su tela 80x60 cm

... e un nitido Chierichetto coi magistrali accostamenti dei bianchi sulla cotta e dei rossi sulla tunica.

(Franco Grasso, 1988)

Gli amanti

1977, olio su tela 20x30 cm

... Gli amanti, una piccola affascinante opera del '77, fa pensare alle coppie di Manzù, per questa coraggiosa rappresentazione dell'amplesso sotto forma di equilibrio, di un equilibrio dinamico, avvolgente. E laddove Manzù cerca spesso in questa tematica la forma "chiusa", Garajo affronta e risolve la nozione di equilibrio con altrettanto grande spregiudicatezza, attraverso un'armonia complessa. La "coppia" assume così la valenza dinamica e fisica della parola.

(Paolo Portoghesi, 1988)

Nelle due opere più recenti Garajo giunge ad esiti tra i più alti di tutta la sua produzione artistca. In Amanti riesce a creare, in dimensioni ridotte, un concentrato di energia dinamica. Non c'è serenità o idillio, semmai senso di angoscia, in quei due corpi allacciati, intrecciati in un groviglio nel quale è difficile distinguere l'uno dall'altro.

(Virginia Buda, 2005)

Ragazza allo specchio

1977, tecnica mista su carta 35x49 cm