... Dalla luce mattinale al buio della notte: Garajo è riuscito intorno al '60 in un'impresa da altri fallita, a dipingere il buio sulla città e sulla marina, quando si accendono d'improvviso le luci che proiettano sul nero assoluto fasci di giallo abbagliante che costruiscono i volumi delle case, alzano ciminiere sulle fabbriche, scoprono recinti fitti di vegetazione, rivelano a poco a poco in sordina i colori nei toni più bassi. Una visione fantasmatica ma non da incubo, una città allegra e vitale, quale F.T. Marinetti l'auspicava in un ipotetico futuro: "noi canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche..."
(Franco Grasso, 1988)
... Molto ardita ed originale la scelta del soggetto, e di eccezionale maestria compositiva il risultato, nella Città notturna. È una realtà urbana industriale, con un potente effetto di modernità e anche di spiazzamento. Una modernità che aggredisce il territorio senza arrivare però a un nuovo, proprio equilibrio. Il frastuono dei suoi colori si confronta con l'azzurro del mare, di una stabilità fortissima ma travolta e confinata in un angolino dove mare e cielo si confondono.
(Paolo Portoghesi, 1988)